L’apparizione del risorto sul Lago di Tiberiade
Rielaborato da S. Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Giovanni II, EDB Ancora, Milano 2004, 253 ss)
Dono da chiedere nella preghiera: Incontrare Gesù risorto per poterlo amare sempre più intimamente
Gv 21,1-14
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Punti per la meditazione
- Si manifestò ancora Gesù ai discepoli. Mentre noi siamo nel mare del mondo a compiere l’opera che ci ha affidato, lui è già a riva “sulla terra”. Da lì ci assiste e si manifesta nella Parola che rende fruttuosa la nostra pesca e nel banchetto che condivide con noi. In altre parole il Signore risorto è sperimentato nella Parola-missione e nell’eucaristia, che ci fanno partecipare ala sua fecondità di vita.
- Sul mare di Tiberiade. Questo incontro con il risorto non è nel cenacolo, dove i discepoli hanno ricevuto il pane, lo Spirito e la missione . Avviene all’aperto, tra i pagani. L’eucaristia che seguirà (v.13) è una “messa sul mondo”, all’alba e in riva al mare, dove si arriva alla fine di una giornata di fatica.
- Quella notte… venendo già l’alba. Qualunque giorno rimane notte fino a che non si manifesta la luce del mondo. Lui è ormai sempre nel mondo, ma non lo vediamo fino a quando la Parola ascoltata e il pane condiviso non ci aprono orecchi e occhi… la notte finisce e viene l’alba con la presenza di Gesù. Con lui inizia il giorno nuovo (20,1), che dissolve la tenebra in cui si trovano i discepoli
- Simon Pietro udito che era il Signore. Gettarsi in acqua e risalire, nudità e veste sono allusioni al battesimo. Simon Pietro seppellisce il suo passato, affogando presunzioni e colpe, per risalire a riva e incontrare Gesù. La parola “cingersi” esce nella lavanda dei piedi, quando Gesù si cinge il panno del servo (13,4s). Qui la veste di Pietro è chiamata “sopraveste”, che egli mette sulla sua nudità. È la veste del Signore stesso, che lo avvolge nel suo amore e gli permette di affrontare il mare. Proprio qui, “dopo queste cose”, anche lui riconosce chi è il Signore e Maestro (13,7.13) Sembra strano cingersi la veste per gettarsi in acqua; ma quando si pesca di notte, per proteggersi dal freddo, si indossa sulla pelle un camiciotto che di girono si toglie. Pietro si cinge di questo indumento che ha un profondo significato: la veste con la quale si battezza nel mare per risalire a terra richiama l’eredità che il crocifisso lasciò ai suoi crocifissori (19,23).
- Quando discesero sulla terra. Ora i discepoli capiscono il suo discorso fatto nella sinagoga di Cafarnao sul pane di vita (6,26-59): Gesù è il pane offerto. Anche il pesce, che vive nell’abisso e viene sulla terra per essere cotto e diventare cibo, è lui: “Il pesce arrostito sul fuoco rappresenta cristo nella passione” (Agostino). Infatti il pesce vive nella morte (=mare) e, morendo sulla terra, si dona come vita per gli altri.