La guarigione del paralitico
di Marco Tibaldi
(tratto da M. Tibaldi, La Porta del cielo, ETS 2013)
Dono da chiedere nella preghiera:
- La liberazione da ciò che ci paralizza nel nostro cammino umano e cristiano.
- Vedere Gesù che si prende cura di chi è malato
Mc 2
[1]Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa [2]e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. [3]Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. [4]Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. [5]Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. [6]Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: [7]“Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”. [8]Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? [9]Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? [10]Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, [11]ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua”. [12]Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Punti per la meditazione
L’uomo è un individuo fatto per essere in cammino, il fatto materiale di avere due gambe per muoversi dice anche della vita dell’uomo come un continuo cammino, in cammino perché è alla ricerca di qualcosa che non ha ancora. L’uomo è incompleto da solo e quindi è movimento all’esterno, fuori di sé, per raggiungere la sua pienezza, bene il paralitico è esattamente l’immagine opposta di tutto questo. Da movimento, apertura, il paralitico rappresenta l’impossibilità di essere dinamico, quando tutto è bloccato, quando non c’è movimento, C’è qualcosa che inceppa tutto e il percorso è bloccato, il cammino è bloccato, i miei desideri sono laggiù ma io sono quaggiù e non li posso raggiungere perché non mi posso muovere, perché io sono immobile. C’è allora una distanza, percepita come infinita, tra ciò che vorrei essere, camminatore, e la realtà che mi descrive, il mio lettuccio. Che cosa caratterizza il paralitico? Il suo lettuccio.
E, non potendo… scoperchiarono… Calano… vediamo all’opera i quattro uomini che hanno un dinamismo sorprendente: vedono la situazione e non si perdono d’animo, anzi! Come mai hanno le idee così chiare? Questi uomini hanno già incontrato Gesù e hanno visto e sentito qualcosa che li ha cambiati, e ora hanno fretta di raggiungere la loro meta perché anche il paralitico possa fare quell’esperienza.
E Gesù, vista la loro fede, dice… ti sono rimessi/perdonati i tuoi peccati… Mettiamoci nei panni della folla che assiste alla scena: cosa ci aspettiamo in questo momento da Gesù? Che Gesù tocchi il malato, se ne prenda cura, lo guarisca se può, ma lui non fa nulla di visibile, cosa proviamo? Stupore, delusione, scetticismo (“belle parole, ma non è così che gli cambi la vita”), impazienza. Si fa strada anche un insano sentimento: dubbio (“Ma siamo certi che sia capace di guarirlo”?) Cosa può aver provato invece il paralitico, bloccato in quella situazione? Proviamo a metterci nei panni dell’uomo che giace sul lettuccio: paralitico da tanti anni, la vita degli altri è andata avanti mentre la sua si è fermata quel giorno, dipende dagli altri e quindi è un peso… Ora che davanti al Maestro catapultato in modo funambolesco cosa prova? Stupore, vergogna, imbarazzo, speranza… E ora lui parla di peccati. Ma che c’entrano i peccati?
Ci sono momenti della propria vita in cui ci vengono aperti gli occhi e in un attimo prendiamo coscienza di tutto un mondo che si muove dentro di noi, a volte non ce ne accorgiamo e andiamo avanti a spada tratta, poi succede qualcosa che ci apre gli occhi. Il paralitico tutto si aspetta probabilmente tranne che questo, qualcuno che è interessato a quello che si muove dentro di lui. C’è qualcuno che non lo giudica, non lo sgrida, non lo condanna al suo lettino rimarcando i suoi peccati, non gli dice che deve portare tutto ciò con rassegnazione, come finora è successo, anzi, gli dice che vuole toglierli…
Alcuni scribi… bestemmia! Chi può…Mettiamoci nei panni degli scribi: è difficile capire questo maestro, perché vuole strafare, non si accontenta di curare le malattie, ma vuol fare cose che spettano solo a Dio. Notare il contrasto: gli scribi sono seduti, anch’essi immobili, ma il paralitico ascolta Gesù, mentre essi sono chiusi nei loro pensieri, non entrano a parlare con Lui, sono loro i veri paralitici, chiusi alla possibilità di comprendere. La bestemmia che pronunciano riferita a Cristo in realtà è quella sulla loro bocca e nel loro cuore: accusano Gesù di bestemmiare e in questo modo si dimostrano essi stessi bestemmiatori di Cristo.
Che cosa è più facile…. Per noi con gli occhi poco allenati le cose davvero miracolose sono i cambiamenti esteriori, le gambe che si muovono, la persona malata irreparabile che all’improvviso guarisce, abbiamo una curiosità morbosa di questo, ma non ci accorgiamo che il miracolo vero è cambiare il cuore di un uomo, perché è quello che davvero cambia la sua vita, togliere quell’assecondare il male, quel lasciargli spazio d’azione, quella complicità col male che è la radice del peccato.
Alzati, prendi il tuo lettuccio… Cosa prova l’uomo a sentire queste parole? è il verbo della risurrezione, rialzarsi, come a dire Esci dalla tua morte! dalla situazione interiore che è segnata dalla morte, sei libero, prima eri schiavo del tuo peccato che è come un lettuccio pesante che ti teneva incollato a sé, ora puoi esserne padrone, prima eri schiavo dei moti del tuo cuore e li assecondavi lasciandoti paralizzare, ora essi non hanno più potere su di te! Ritorna protagonista della tua vita, portala e non lasciartene portare, risorgi dalle morti che ti porti dentro, dalle cattive immagini di te stesso, degli altri, di Dio con cui sei in lotta. Le tue cose non risolte, i tuoi errori, le tue cadute io le ho annullate, cancellate, non esistono più, sei libero dalla tua sfiducia, dalla rassegnazione, o dalla autoesaltazione che ti fa calpestare tutti al suo passaggio.
Quegli si alzò, prese… L’uomo che prima era portato dal lettuccio, ora se lo porta via con sé, ciò che prima lo teneva bloccato c’è ancora ma non è più un ostacolo, non gli impedisce di camminare. Si può vedere come in questa storia di un miracolo c’è una guarigione a due livelli, prima la guarigione del cuore dell’uomo, tutto preso dai suoi sentimenti negativi di uomo bloccato, poi la guarigione fisica, come a dire Gesù guarisce, cura, si prende cura delle nostre paralisi. Come a dire che c’è un primo livello di guarigione che è più importante del secondo, perché io posso essere il più sano del mondo ma se dentro di me sono pieno di sentimenti negativi e do loro ascolto non c’è niente da fare, è come se fossi un malato, il peccato è la malattia del cuore dell’uomo, lo guasta, lo rende sofferente, inquina la sua vita e Gesù vuole guarire tutto l’uomo, non solo la sua parte fisica.