Il Tabor: la trasfigurazione
di Marco Tibaldi
(tratto da M. Tibaldi, La Porta del cielo, ETS, Milano 2013)
Dono da chiedere nella preghiera:
- Poter vedere Gesù nello splendore della sua gloria per poterlo seguire nel suo cammino verso Gerusalemme
Lc 9
[28]Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. [29]E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. [30]Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, [31]apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. [32]Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. [33]Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non sapeva quel che diceva. [34]Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. [35]E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”. [36]Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Il contesto del brano
L’episodio della trasfigurazione si trova in un momento molto delicato del rapporto tra Gesù e i discepoli. Dopo il successo iniziale della sua predicazione cominciano a manifestarsi delle difficoltà. Le prime sono con i gruppi dell’ebraismo ufficiale, scribi, farisei e sadducei che non riconoscono l’autorità di Gesù. Poi ci sono difficoltà interne al gruppo dei discepoli, in cui, come in ogni comunità umana, non mancano divisioni, incomprensioni e litigi come ci testimonia la famosa discussione su chi fosse il più grande tra loro: «Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo lungo la via?” Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande». (Mc 9,33-34). Infine ci sono delle difficoltà con lo stesso Gesù che, proprio nel momento in cui i discepoli lo riconoscono come Messia a Cesarea di Filippo «“E voi chi dite che io sia?”.
Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”» (Mc 9,27-29) subito dopo «cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere rimproverato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente» (Mc 8,31-32). Negli altri apostoli devono essere comparse molte perplessità ed interrogativi di fronte alla reazione che ha Pietro al discorso di Gesù: «Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo». Pietro, che poco prima lo aveva riconosciuto come Messia, ora si mette a rimproverarlo, probabilmente pensando di lui quello che anche i parenti di Gesù avevano già detto: «È fuori di sé» (Mc 4,21).
La replica di Gesù ai rimproveri di Pietro non si fa tuttavia attendere: «Ma egli voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: “Torna dietro a me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”» (Mc 8,32-33).
Punti per la meditazione
Gesù ha capito che la sua missione comprende l’esperienza della morte. Sa che i discepoli non sono pronti per accettare questa verità e viene loro incontro con un segno portentoso: mostra loro la sua gloria. Vuol far capire che è la stessa persona quella che ora dovrà andare a Gerusalemme per morire ingiustamente per salvare i peccatori e colui che rifulge in tutto il suo splendore.
Gesù fa questo mentre è in preghiera, per darci un’indicazione preziosa. La sua trasfigurazione non è un evento magico o un fatto sensazionale nel senso banale del termine. È la preghiera che consente di vedere gli altri, a cominciare da Gesù, in una luce diversa. Come per i discepoli, anche noi spesso viviamo accanto alle persone ma non le sappiamo vedere nella giusta luce. Così ci sarà capitato tante volte di ‘non riconoscere’ più una persona che magari conosciamo da tempo, perché questa è cambiata interiormente o perché è cambiato il nostro sguardo su di lei.
Gesù non è solo ma è con Mosè ed Elia, che riassumono la Legge e i Profeti. Solo in mezzo a loro due si può manifestare nella sua gloria come a dire che senza di loro ciò non è possibile. Senza l’Antico Testamento non possiamo capire il Nuovo e non possiamo capire la novità che è Gesù . Questa novità però è stata lungamente preparata. Gesù parla con Mosè ed Elia del suo prossimo esodo a Gerusalemme. Lui vive la sua imminente morte come un esodo un evento di liberazione che porterà vita e benedizione per tutti.
Pietro e i discepoli non capiscono che questa esperienza molto bella e arricchente non li deve paralizzare, bloccare lì come loro vorrebbero, ma deve servire per andare avanti, nel cammino dietro a Gesù. Così per noi, le esperienze belle che facciamo, tra cui certamente il pellegrinaggio, devono servire per farci proseguire con più decisione nel cammino della vita.
Il Padre come già era accaduto al battesimo di Gesù si rende presente per approvare e incoraggiare il Figlio e i discepoli. Anche Gesù vero uomo ha bisogno della vicinanza del Padre in momenti così difficili come questo. Sta per cominciare infatti il viaggio che lo porterà a Gerusalemme per la tappa conclusiva della sua avventura terrena. Anche a noi talvolta può sembrare che Dio sia distante, sopratutto nei momenti difficili, ma lui è presente nella nube nascosto ma vicino.