Sichem (Pozzo della Samaritana)
Nel libro della Genesi (33,18) si narra che Giacobbe al ritorno dalla Mesopotamia, ove aveva prestato servizio presso Labano, giunto a Sichem eresse un altare e fece scavare un pozzo “per bere lui coi suoi figli e il suo gregge”. Il Vangelo di Giovanni (4,12) identifica questo pozzo con quello sui cui bordi Gesù incontrò la samaritana. Anche noi possiamo ora scendere in una cripta custodita dai greci ortodossi e vedere un pozzo profondo 35 metri e ricco di acqua freschissima. Di recente è stata completata la costruzione di una bella chiesa con magnifici affreschi e icone di stile orientale. La lettura ideale di questa località della regione di Samaria è lo splendido c. 4 di Giovanni con la storia di questa donna “eretica” che giunge progressivamente alla fede in Cristo.
La valle entro cui è posto il posto è chiusa tra due monti, il Garizim, il monte verdeggiante sacro ai Samaritani, e l’Ebal (938 mt), roccioso e spoglio. Il primo nella Bibbia è simbolo di benedizione, il secondo di maledizione (vedi Dt 27). La località ove si trova il pozzo della Samaritana è l’area dell’antica Sichem, città fondamentale per gli ebrei soprattutto dopo la conquista della terra promessa da parte degli ebrei usciti dall’Egitto (XIII sec. a.C.). Qui si svolge la grande liturgia dell’alleanza con Dio descritta nel c. 24 del libro di Giosuè. Sichem era quasi la capitale spirituale delle dodici tribù prima che si costituisse la monarchia unita con Saul, Davide e Salomone. I resti dell’antica città si trovano ora nei pressi del villaggio arabo di Balata e comprendono due porte con mura ciclopiche e un cortile del tempio antico. Nei pressi del pozzo della Samaritana si trova anche la tomba di Giuseppe, il figlio di Giuseppe venduto dai fratelli: quando gli ebrei conquistarono la terra promessa, “seppellirono le ossa di Giuseppe portate dall’Egitto a Sichem” ( Gs 24,32). L’edificio attuale è modellato sullo stile dei santuari commemorativi islamici.