Il prologo di Giovanni
Gv 1,1-18
di Marco Tibaldi.
Dono da chiedere nella preghiera:
- Guardare il mondo con gli occhi di Dio, che si china sulle nostre miserie per guarirle
Gv 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: “Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Punti per la meditazione
In Principio… Ci viene svelato il segreto che avvolge l’universo. Il mondo così ricco e complesso non è un mistero indecifrabile o assurdo. Dio ci tratta da amici e vuole condividere con noi quanto ha fatto e come lo ha fatto. Ci parla per questo dell’origine di tutto. Un’origine che non è solo un inizio nel tempo, ma ciò che permane sempre. Ciò che si trova al principio è anche ciò che troviamo oggi ed è anche il nostro futuro. È la stessa espressione che troviamo all’inizio della Scrittura in Gen 1,1 “in Principio Dio creò il cielo e la terra”. Il piano di Dio descritto nel libro della Genesi attende di essere realizzato. Il Verbo fatto carne ci farà vedere come.
Tutto è stato fatto per mezzo di lui… Tutto è stato fatto nel Logos. Tutte le cose possono parlare di Dio possono condurci a lui perché ognuna di esse è un riflesso della sua Parola. Le realtà più sublimi che incontriamo nella natura, come le vicende del quotidiano, sono immerse nel suo logos. Per questo Paolo ad Atene afferma che il nostro Dio non è lontano “da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” al punto che lo si può riconoscere anche in una canzone “come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: “Perché di lui stirpe noi siamo” (At 17, 28).
Venne un uomo inviato da Dio Giovanni… Dio è un mistero di comunione, per questo non vuole fare le cose da solo, vuole condividere anche i progetti più importanti e delicati. Per questo cerca da sempre collaboratori, non vuol fare tutto lui. Giovanni rappresenta tutto il lungo cammino dell’Antico Testamento, la lunga preparazione della venuta del Figlio. Dio ha scelto di farsi capire dagli uomini, accettando di parlare il loro linguaggio e di aspettare i loro tempi di assimilazione. Ci considera, nello stesso tempo, partner affidabili per portare avanti al sua missione, come ha fatto con Giovanni.
Veniva nel mondo la luce vera… Il Logos è la luce di Dio, così come la luce naturale ci consente di vedere il mondo e di saperci orientare in esso, così il Logos incarnato è colui che ci insegna la via della vita. Non viene per portarci via niente, ma per darci tutto. Il primo dei suoi doni è il discernimento perché possiamo finalmente vedere come rendere piena la nostra vita e svelare gli inganni delle tenebre.
E i suoi non lo hanno accolto… è questo il vero mistero incomprensibile, perché i ‘suoi’, in definitiva ogni uomo visto che tutti siamo stati pensati in lui, nel momento in cui Lui si è fatto così vicino, a portata di mano, non è stato accolto. Sono le tenebre che si manifestano proprio perché è arrivata al luce. Nel grigio tutto è indistinto. La presenza del medico svela la presenza della malattia. L’aver stanato questo sentimento di rifiuto e di opposizione è già parte della buona notizia della prossima guarigione.
E noi abbiamo contemplato la sua gloria… Dice sant’ Ireneo che l’uomo vivente è la gloria di Dio. Questo è possibile perché Dio ci ha svelato la dimensione gloriosa della nostra carne. Divenendo uomo in tutto simile a noi eccetto il peccato, Dio ci ha svelato il segreto del nostro essere corpo, del nostro essere finiti, cosa che spesso ci angustia ed è fonte di preoccupazioni. È nella carne invece che può risplendere la sua gloria come ci ha mostrato il Figlio che attraverso quella carne si è intrattenuto con ciascuno di noi come si fa con gli amici. Nella carne Gesù ci ha amato svelandoci il potenziale di amore custodito nel corpo.
É lui che lo ha rivelato…. Il figlio è colui che ci rivela il Padre. L’espressione greca si può tradurre anche con Lui è colui che ci racconta che ci spiega chi è il Padre. Questo è molto importaste per poter leggere tutta la Bibbia come una buona notizia. Quando leggiamo certi passi difficili in cui Dio sembra dipinto con un volto violento o feroce, facciamo memoria di questo versetto e rivolgiamo il nostro sguardo verso di lui, mite e umile di cuore che ci fa intendere il vero volto del Padre.