Tomba di Maria
Il racconto della morte di Maria e della sua assunzione in cielo è molto antico: risale ai primi secoli cristiani ed è noto grazie alla letteratura apocrifa. Dal V secolo il luogo della sepoltura della Vergine, ai piedi del Monte degli Ulivi, si stabilì come oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi.
Secondo il “Typicon” georgiano di Gerusalemme (sec. VIII-IX), la prima chiesa sulla tomba della Madonna fu opera dell’imperatore Maurizio (582-602), il quale impose anche, in tutto l’impero, la festa della Dormizione di Maria per il 15 di agosto. Tuttavia, dal vescovo Giovenale (450) abbiamo notizia che, ai piedi del Monte degli Ulivi, nella Valle di Giosafat, sopra il sepolcro tagliato nella roccia ove era stata deposta la Vergine, sorgeva già un oratorio. Evidentemente i giudeo-cristiani veneravano il luogo della sepoltura di Maria e la sua assunzione in cielo fin dai primissimi anni del cristianesimo.
Nel V sec., quando la Terra Santa passò nelle mani dei cristiani di ceppo gentile, questi, come fecero per la Tomba di Gesù, la isolarono dalla roccia e dalle tombe circostanti. La chiesa dell’imperatore Maurizio conservò il primitivo luogo di culto come cripta, al di sopra della quale costruì il nuovo santuario.
Distrutto nell’XI sec. ad opera dei persiani, fu ricostruito dai crociati che mantennero il piano della primitiva chiesa e congiunsero quella inferiore con la superiore mediante una scalinata di 40 gradini, sulle pareti della quale erano dipinte scene della morte e dei funerali della Madonna.
La tomba era rivestita di lastre di marmo e si presentava come un’edicola isolata da tutto il resto, inquadrata da 20 colonnine e coronata da un ciborio dorato. All’interno, nella volta, era dipinta l’Assunzione di Maria; la chiesa ricevette il titolo di “Nostra Signora di Giosafat”. Sul fianco era stata costruita un’abbazia benedettina, i cui resti furono indagati nel 1973 e di nuovo dal 1998 al 2000.
Dopo la vittoria di Saladino (1187) la chiesa superiore e l’abbazia furono distrutte; parte del materiale fu usato per la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. La cripta e la scala d’accesso furono conservate, ma fu cancellato ogni segno della destinazione del luogo. Il pellegrino Ricoldo di Santa Croce (1294) vi celebrò la S. Messa e riferisce che vari riti ortodossi si spartivano l’ambiente e celebravano ognuno su un proprio altare. Il luogo era custodito dai saraceni.
Nel 1363 i francescani ottennero dal Sultano d’Egitto il possesso dell’Edicola e della Tomba e celebravano la S. Messa sullo stesso sepolcro della Madonna, trasformato in altare. Tale possesso fu duramente contrastato. Custodiscono attualmente il santuario i monaci armeni e greco-ortodossi.
Tratto da “Sulle orme di Gesù, guida ai santuari di Terra Santa”, Edizioni Terra Santa, Milano – pp. 137-142